– un modo diverso di vedere il belice –
La proposta “itineraria” intende proporre un circuito ciclo-turistico che colleghi sei Comuni della Valle del Belice (Salemi, Gibellina, Santa Ninfa, Partanna, Poggioreale e Salaparuta), percorrendo trazzere e stradelle comunali. Tale percorso metterà in relazione le comunità maggiormente interessate dal catastrofico evento tellurico del gennaio ‘68 (da qui B68). Non solo, anche la lunghezza richiama il 68 stavolta sarnno i km.L’intento commemorativo diventa propositivo, di risposta creativa “al luogo senza immagine del dolore e della morte”, come senz’altro lo sport sa fare.
Il tracciato s’innesta in un sistema di infrastrutture viario di interesse storico-culturale già presente correndo tra:
- la ferrovia a scartamento ridotto che viene anche percorsa per poche centinaia di metri nei pressi della galleria di Rampinzeri e poco prima di arrivare al “Grande Cretto”;
- l’antica-trasversale-sicula, calcata per poche altre centinaia di metri nei pressi della Rocca delle Penne e tra il “Grande Cretto” e Salaparuta vecchia;
- la via francigena mazarese che viene invece intercettata giusto nei pressi della torre da cui Garibaldi issò la bandiera tricolore, proclamando Salemi “capitale d’Italia”.
Dal punto di vista naturalistico, si attraversano:
- il sito Natura 2000 “Complesso dei Monti di Santa Ninfa e Gibellina e Grotta di Santa Ninfa” con all’interno la Riserva Naturale “Grotta di Santa Ninfa”;
- le aree demaniale “Sinapa” e “Finestrelle”, gestite dal Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale della Regione Siciliana;
- il Parco eolico di Santa Ninfa, a parere di Legambiente tra i 10 più belli d’Italia e dal quale sono visibili i due mari Tirreno e Mediterraneo.
L’area è poi infarcita da emergenze storico-culturali di grande livello:
- il centro di Salemi, l’unico con un quartiere ebraico affi anco al musulmano;
- Gibellina, con il suo museo en plein air e la fondazione Orestiadi voluta da Ludovico Corrao;
- il castello di Rampinzeri, citato da Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo;
- il santuario della Madonna della Libera a Partanna;
- i centri distrutti dal terremoto di Salaparuta e Poggioreale, dove il tempo sembra essersi fermato.
Si toccano cantine vitivinicole, caseifici, bagli restaurati. La sua fruizione avverrà in occasione di eventi creati ad hoc o tutto l’anno, in autonomia.